"Senza Titolo" racconta per frammenti un faticoso apprendistato: quello alla vita invisibile. Una bambina che rapidamente diventa ragazza, che sperimenta se stessa sul margine della provincia italiana e più tardi reinventa la sua posizione nel mondo spostandosi fisicamente, mentre la sua identità resta immobile e sola. E nel frattempo una voce sottile ma dura la segue, la esorta, ne tocca le crepe. L'apprendistato alla vita invisibile pulsa su pagine sporche, imperfette perché in divenire; pagine sostanzialmente segrete ma desiderose di farsi ascoltare e vedere: dodici stanze private, dentro le quali - con tutta la delicatezza del caso - possiamo guardare.

Il testo è apparso per la prima volta nella mostra "Senza Titolo" di Monica Rossi (Modena, 2013), ospitata da Luiza Samanda Turrini e da lei recensita su Kainowska.